Giacomo
Leopardi nasce a Recanati nel 1798, figlio del conte Monaldo e di
Adelaide Antici. Leopardi non vive un infanzia felice soprattutto
dal giorno in cui il padre venne obbligato a trasferirsi per
motivi di lavoro. L'atmosfera di casa Leopardi non è felice ed è
caratterizzata dall'indole della madre, severa, bigotta e povera
d'affetti. Il giovane Giacomo inizia nel 1807 gli studi con i
fratelli Carlo e Paolina, inizia a comporre piccoli componimenti
poetici e cerca un proprio spazio autonomo all'interno di
un'educazione di chiaro stampo controriformistico. Nel 1819 le
cagionevoli condizioni di salute lo obbligano a sospendere gli
studi; tutto ciò è una spinta a chiarire la propria condizione
di solitudine, di noia, e a maturare il suo pessimismo ancora
indeterminato. È in questo periodo che scrive L'infinito e Alla
luna. nel 1820 continuano le composizioni poetiche come, ad
esempio, La sera del dì di festa. Nel 1822 si reca a Roma, il
primo viaggio fuori da Recanati: rimarrà molto deluso. Nel 1823
ritorna a Recanati dove analizza la decadenza nazionale e gli
effetti nefasti della Restaurazione. Nel 1824 scrive la maggior
parte delle Operette morali e l'anno dopo parte per Milano, dove
prende contatto con l'editore Stella, e poi passa a Bologna. Nel
1827 si trasferisce a Firenze dove conosce Alessandro Manzoni; i
due non si capiranno, troppo diversa è l'indole personale. Nel
1828, finiti i mezzi di sostentamento, dopo aver composto A
Silvia, è costretto a far ritorno a Recanati. Nel 1829 compone:
Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il Sabato del
villaggio. Poco dopo aver concluso il Canto notturno, nel 1830,
torna a Firenze ed inizia l'amicizia con un esule napoletano:
Antonio Ranieri. Nell'aprile 1831, durante i moti dell'Italia
centrale, escono i Canti per l'editore Piatti. Nel 1833 Giacomo si
trasferisce con il Ranieri a Napoli; i due vivono in condizioni
economiche estremamente precarie. Nel 1835 escono i Canti per
l'editore Starita di Napoli; vi compaiono nuove poesie tra cui Il
passero solitario e il cosiddetto ciclo di Aspasia (Il pensiero
dominante, Amore e Morte, Consalvo, A se stesso, Aspasia). Muore,
a 39 anni, nel 1837 a Napoli durante un'epidemia di colera: il
Ranieri a stento riesce a sottrarne il corpo alla fossa comune.
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